jueves, 23 de enero de 2014

POEMAS DE CINZIA MARULLI, edición bilingüe

Las mantas de Dios de Cinzia Marulli
POEMAS DE CINZIA MARULLI

Traducción de Emilio Coco



Esta pequeña muestra poética de la obra de Cinzia Marulli, traducida notablemente al español por Emilio Coco, propone una serie de elementos dignos de destacar. Primero, el oficio que demuestra la autora a la hora de abordar el proceso creativo, los recursos y elementos en juego, los desplazamientos por distintos temas y subtemas, su visión de mundo, como cuando habla de la muerte con una familiaridad que conmueve, hay un grado de empatía que la hace visible desde la cotidianeidad, una pertenencia vital que sobrecoge por su sinceridad y alcance. La infancia también está presente, la recuperación a través de la memoria de ese paraíso perdido que nos persigue y reconoce, como una herida que no se cierra nunca. La síntesis y el rigor es otra de sus fortalezas, decir tanto con tan poco, una lección bien aprendida, como derivación, tal vez, de sus infatigables lecturas de la poesía oriental, de aquellos autores cuya cosmovisión estaba oculta en un grano de arena o de trigo, el paisaje y su impronta, ese “respirar en paz para que los demás respiren”, como decía el entrañable poeta chileno Jorge Teillier, y esa capacidad de asombro que nos lleva de la mano por regiones remotas e inesperadas, en una travesía que no tiene edad ni rostro, que es yin y yang para un mismo destino, sueño y realidad, vida y muerte de un devenir que subyace en versos reveladores murmurados como una suerte de epitafio: Cuando esté dentro de mi tumba / me lavaré el alma con las palabras / serán ellas mis plegarias”.

Mario Meléndez



Questa piccola scelta poetica dell’opera di Cinzia Marulli, magistralmente tradotta in spagnolo da Emilio Coco, propone una serie di elementi meritevoli di essere presi in considerazione. Prima di tutto, la bravura dell’autrice nel momento di affrontare il processo creativo, i ricorsi e gli elementi in gioco, gli spostamenti per diversi temi e sottotemi, la sua visione del mondo, come quando parla della morte con una familiarità che commuove; c’è un grado di empatia che la rende visibile a partire dalla quotidianeità, un’appartenenza vitale che impressiona per la sua sincerità e la sua rilevanza. L’infanzia è ugualmente presente, il recupero attraverso la memoria di quel paradiso perduto che ci insegue e ci riconosce, come una ferita che non si cicatrizza mai. La sintesi e il rigore sono altri due elementi di forza: dire tanto con così poco, una lezione ben appresa, derivante, forse, dalle sue instancabili letture della poesía orientale, di quegli autori la cui cosmovisione era nascosta in un granello di sabbia o in un chicco di grano, il paesaggio e la sua impronta, quel “respirare in pace perché gli altri respirino”, come diceva l’indimenticabile Jorge Teillier, e quella capacità di stupire che ci porta per mano attraverso regioni remote e inattese, in una traversata che non ha età né volto, che è yin e yang per uno stesso destino, sogno e realtà, vita e morte di un divenire che soggiace in versi rivelatori, mormorati come una sorta di epitaffio: “Quando sarò dentro alla mia tomba / mi laverò l’anima con le parole /saranno loro le mie preghiere”.

Mario Meléndez



LAS MANTAS DE DIOS

(Le coperte di Dio)





I piedi

Ci serve un po’ d’inchiostro
per macchiare questo bianco
un pennello di nero per coprire
l’apparenza, potremmo usare
anche il lucido da scarpe
che si secca sempre perché nessuno lo usa mai.
Tanto i piedi sono uguali alla testa
con entrambi si possono fare molti viaggi
solo che i piedi vanno piano, fanno passi lenti
la testa, invece, corre veloce
lì, dove nessuno può arrivare.



Los pies

Necesitamos un poco de tinta
para manchar este blanco
un pincel de negro para cubrir
la apariencia, podríamos usar
también un betún para calzado
que se seca siempre porque nadie lo usa.
Total los pies son iguales a la cabeza
con los dos se pueden hacer muchos viajes
sólo que los pies andan despacio, hacen pasos lentos,
la cabeza, en cambio, corre veloz
allí donde nadie puede llegar.


*


La mia tomba

Quando sarò dentro alla mia tomba
mi metterò seduta a guardare il mare
e aspetterò di diventare polvere
allora potrò ascoltare i discorsi segreti
e viaggiare nei luoghi dove non sono mai stata
potrò parlare con il vento
e camminare insieme alle nuvole
Andrò a casa di tutti i poeti e
frugherò nei loro cassetti

Quando sarò dentro alla mia tomba
non ci sarà più il freddo e potrò
passeggiare senza paura di ammalarmi
mi siederò su una panchina
e leggerò tutti i libri che non ho ancora letto
Non ci sarà più neanche il Tempo
ed io resterò per sempre giovane
mi metterò lo smalto alle unghie
e legherò i capelli con i fili d’erba

Quando sarò dentro alla mia tomba
mi laverò l’anima con le parole
saranno loro le mie preghiere.


Mi tumba
Cuando esté dentro de mi tumba
me  sentaré a mirar el mar
y esperaré que me vuelva polvo
entonces podré escuchar los discursos secretos
y viajar a los lugares donde nunca estuve
podré hablar con el viento
y caminar junto con las nubes
Iré a la casa de todos los poetas y
hurgaré en sus cajones

Cuando esté dentro de mi tumba
ya no habrá frío y podré
pasear sin miedo a enfermar
me sentaré en un banco
y leeré todos los libros que no he leído aún
No existirá tampoco el Tiempo
y yo me quedaré  joven para siempre
me daré laca a las uñas
y me ataré el pelo con briznas de hierba

Cuando esté dentro de mi tumba
me lavaré el alma con las palabras
serán ellas mis plegarias.

*

La bara di Cinzia
Quando sarò morta
e voi mi metterete dentro a una bara ancora aperta
io mi siederò lì con voi e guarderò il mio corpo
Forse vi vedrò piangere e non capirò il perché
voi tutti continuerete a guardare dentro alla mia bara
darete le ultime carezze a un corpo ormai vuoto
qualcuno perfino mi bacerà e chi mi ha trattato male
in vita forse ne proverà dispiacere e si pentirà addirittura
tutti penserete che io sia dentro a quella scatola di legno
e nessuno si accorgerà che invece
                                            sto seduta lì, insieme a voi.




El féretro de Cinzia

Cuando  me muera
y ustedes me pongan en un féretro todavía abierto
y yo me siente allí con ustedes y mire mi cuerpo
quizá les vea llorar y no entienda el por qué
todos ustedes  seguirán mirando dentro de mi féretro
darán las últimas caricias a un cuerpo ya vacío
alguien incluso me besará y quien se ha portado mal conmigo
en mi vida tal vez  sentirá pena por mí y hasta se arrepentirá
todos pensarán que yo estoy en esa caja de madera
y nadie, sin embargo, se dará cuenta de que
                                                   estoy sentada allí, con ustedes.


*


Il vuoto

Forse si avvicina al silenzio la parola
e con un sussurro di vetro
vorrei parlarvi del vuoto
dell’assenza primordiale dell’anima
- di quella sospensione concreta del cosmo -

Quale colore tinge l’assenza?

Il vuoto è tanto assurdo quanto il tempo
è  forse quella scatola dorata che contiene il niente?

Il vuoto lambisce il senso
                                       irreale del dolore.




El vacío

Tal vez se acerca al silencio la palabra
y con un susurro de vidrio
quisiera hablarles del vacío
de la ausencia primordial del alma
de aquella suspensión concreta del cosmos ‒

¿Qué color tiñe la ausencia?

El vacío es tan absurdo como el tiempo
¿es quizá esa caja dorada que contiene la nada?

El vacío roza el sentido
                                     irreal del dolor.


*


Le coperte di Dio

Strappami la pelle dall’anima
fosca luce dell’immane morte

giaccio con te
nel tuo ultimo letto
rannicchiata alle coperte di Dio

il petto s’affanna di luce
debole all’inganno perpetuo

nella molecola del sogno
mi rifugio
grondante di linfa
e aspetto, aspetto
la tua cara
ultima
carezza.




Las mantas de Dios

Arráncame la piel del alma
oscura luz de la terrible muerte

yazgo contigo
en tu última cama
acurrucada en las mantas de Dios

el pecho se ahoga de luz
débil al engaño perpetuo

en la molécula del sueño
me refugio
chorreando savia
y espero, espero
tu querida
última
caricia.


*


Racconto

Sono salita sulla montagna più alta
perché volevo volare
il vento era dolce e sotto di me le terre selvagge
mi attendevano  - verdi e gravide
mi sono messa proprio sul bordo del precipizio
ad aspettare che  mi crescessero le ali
sono stata lì
fino a che i capelli sono divenuti bianchi
ma le ali ancora non erano cresciute
poi ho smesso di aspettare
e mi sono gettata nel vuoto con le braccia aperte
e gli occhi chiusi
in quel momento tutti i miei sogni si sono scossi
allarmati si sono dati un gran da fare
si sono trasformati loro stessi in ali
e mi hanno portata lontano fino a sfiorare i fili
delle erbe
poi se ne sono andati facendomi cadere
al centro del grande lago

l’acqua mi ha accolta trasparente e vergine
                                 e in essa ho lavato il mio dolore.




Relato

Subí a la montaña más alta
porque quería volar
el viento estaba suave y debajo de mí las tierras salvajes
me esperaban ‒ verdes y grávidas
me puse al borde del precipicio
esperando que me crecieran las alas
estuve allí
hasta que el pelo se me puso blanco
pero las alas no habían crecido aún
luego dejé de esperar
y me lancé al vacío con los brazos abiertos
y los ojos cerrados
en ese momento todos mis sueños se estremecieron
alarmados  se esforzaron mucho
se transformaron ellos mismos en alas
y me llevaron lejos hasta rozar las briznas
de las hierbas
luego se fueron haciéndome caer
al centro del gran lago.

El agua me acogió trasparente y virgen
                         y en ella lavé mi dolor.


*


La casa delle fate

C’è il camino acceso che illumina
l’inverno
nel volto antico delle bambine.
Sono tutte sedute – quasi in circolo –
sulle rughe della loro vita.
Gli occhi aperti che cercano
attenzioni
aspettano i visitatori – i figli indaffarati
il cuore grande dei nipoti
mangiano i dolci
portati per convenienza.
Vorrebbero volare come ballerine
ma hanno bisogno di siuto
anche per bere un sorso d’acqua
ognuna a raccontare la propria storia
e a nascondere i dolori.
Sono belle tutte insieme
sono belle e tristi le bambine
e la Signora Morte neanche si nasconde
mentre le guarda
per decidere chi portare via per prima.




La casa de las hadas

Está el camino encendido que alumbra
el invierno
en el rostro antiguo de las niñas.
Están todas sentadas ‒ casi en círculo ‒
en las arrugas de su vida.
Los ojos abiertos que buscan
atenciones
esperan a los visitantes ‒ los hijos atareados
el corazón grande de los nietos
comen los pasteles
traídos por conveniencia
Quisieran volar como bailarinas
pero necesitan ayuda
incluso para beber un sorbo de agua
Cada cual contando su historia
y escondiendo los dolores.
Son hermosas todas juntas
son hermosas y tristes las niñas
y la Señora Muerte ni siquiera se esconde
mientras las mira
para decidir a quién llevarse  la primera.


*


Le bambole cieche

Eccole le bambole
tutte in fila sul letto
a tutte quante la bambina cattiva
ha tolto gli occhi

al loro posto due fori neri
come pozzi senza fondo

Le bambole però sono contente
di non poter più vedere
l’orco cattivo che le spoglia nude
fino alla pelle gelata di paura




Las muñecas ciegas

Helas aquí las muñecas
todas en fila sobre la cama
a todas la niña mala
les ha quitado los ojos
en su lugar dos agujeros negros
como pozos sin fondo

Pero las muñecas están contentas
porque ya no podrán ver
al ogro malo que las desnuda
hasta la piel helada de miedo.


*


Bambina

Vorrei nascere fiore
colorato come il desiderio
o -  rondine
per inseguire la primavera
e sentire di cosa è fatto
il cielo

Vorrei nascere nuvola
per divenire acqua
e dissolvermi nel vento
eterea e impalpabile
come i sogni

Se proprio
sì, se proprio  devo
nascere donna - allora
vorrei avere sempre
gli occhi di bambina
per guardarmi intorno
con stupore
- per giocare la vita
col sorriso innocente della verità




Niña

Quisiera nacer flor
coloreada como el deseo
o ‒ golondrina
para perseguir a la primavera
y sentir de qué está hecho
el cielo

Quisiera nacer nube
para volverme agua
y disolverme en el viento
etérea e impalpable
como los sueños

Si realmente,
sí, si realmente tengo
que nacer mujer ‒ entonces
quisiera tener siempre
los ojos de niña
para mirarme en torno
con asombro
‒ para jugar la vida
con la sonrisa inocente de la verdad.

*
I poeti sono brava gente
Non abbiate paura, non c’è pericolo
i poeti sono brava gente:
non se ne vanno nudi per la strada
non hanno volti emaciati
non camminano scalzi sui carboni
ardenti

Hanno fame i poeti - come voi –
attraversano il buio con la paura
sulla pelle, tremano al freddo
e mangiano tutti i giorni
– o almeno vorrebbero farlo -

I poeti si fanno la doccia, vanno al bagno
a fare la spesa. Addirittura si sposano
e hanno figli.
Talora, ma non lo dite ad alcuno
- hanno pure l’amante –

Vi assicuro - i poeti sono brava gente
anche se a volte sono indisponenti
si appropriano
dei sentimenti che vagano nell’aria
li bevono e se ne ubriacano

e poi scagliano parole - le incidono sulla carta -
tagliano ferocemente la luce fredda
del vuoto.

Piangono i poeti - piangono il sangue del mondo -
scavano nelle miniere più profonde
le scoperchiano per inondarle di luce.

E se tutti voi non avrete paura di loro
vi assicuro
i poeti diventeranno veramente brava gente.


Los poetas son buena gente
No tengan miedo, descuiden,
los poetas son buena gente:
no se van desnudos por la calle,
no tienen rostros demacrados,
no caminan descalzos
sobre ascuas.

Tienen hambre los poetas ‒como ustedes ‒
atraviesan la oscuridad con el miedo
en la piel, tiemblan con el frío
y comen todos los días
‒ o por lo menos quisieran hacerlo ‒

Los poetas se duchan, van al baño,
van de compras. Se casan incluso
y tienen hijos.
A veces, pero no lo digan a nadie
‒ tienen también la amante ‒

Les aseguro ‒ los poetas son buena gente
incluso si a veces son irritantes
se apropian
de los sentimientos que vagan por el aire
los beben y se emborrachan

y luego arrojan palabras ‒ las graban en el papel ‒
cortan ferozmente la luz fría
del vacío.

Lloran los poetas ‒ lloran la sangre del mundo ‒
excavan en las minas más profundas
las destapan para inundarlas de luz.

Y si todos ustedes no les tienen miedo
les aseguro
los poetas se volverán realmente buena gente.


Cinzia Marulli
Cinzia Marulli nació en Roma el 6 de marzo de 1965, donde todavía reside. Siempre ha cultivado su pasión por la poesía y la literatura, extendiendo su búsqueda también a formas de experimentalismo que han llevado a la creación de una fusión entre diversas formas artísticas, como música, pintura, video-arte. Organiza y coordina eventos y encuentros culturales con la finalidad de difundir la poesía. Para la editorial Progetto Cultura cuida la colección de cuadernos de poesía Le Gemme. Ha publicado en 2011 su libro de poesías Agave (LietoColle), con la introducción de Maria Grazia Calandrone y nota crítica de Plinio Perilli. Próximamente va a publicar sus nuevos libros de poesía, Autobiografía del silencio y Percorsi. En la actualidad está traduciendo al italiano algunos de los más representativos poetas chinos contemporáneos. En el 2013 aparece su último libro Las mantas de Dios traducido al español por Emilio Coco.




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