Las mantas de Dios de Cinzia Marulli |
POEMAS DE CINZIA MARULLI
Traducción
de Emilio Coco
Esta
pequeña muestra poética de la obra de Cinzia Marulli, traducida notablemente al
español por Emilio Coco, propone una serie de elementos dignos de destacar.
Primero, el oficio que demuestra la autora a la hora de abordar el proceso
creativo, los recursos y elementos en juego, los desplazamientos por distintos
temas y subtemas, su visión de mundo, como cuando habla de la muerte con una
familiaridad que conmueve, hay un grado de empatía que la hace visible desde la
cotidianeidad, una pertenencia vital que sobrecoge por su sinceridad y alcance.
La infancia también está presente, la recuperación a través de la memoria de
ese paraíso perdido que nos persigue y reconoce, como una herida que no se cierra
nunca. La síntesis y el rigor es otra de sus fortalezas, decir tanto con tan
poco, una lección bien aprendida, como derivación, tal vez, de sus infatigables
lecturas de la poesía oriental, de aquellos autores cuya cosmovisión estaba
oculta en un grano de arena o de trigo, el paisaje y su impronta, ese “respirar
en paz para que los demás respiren”, como
decía el entrañable poeta chileno Jorge Teillier, y esa capacidad de asombro
que nos lleva de la mano por regiones remotas e inesperadas, en una travesía que
no tiene edad ni rostro, que es yin y yang para un mismo destino, sueño y
realidad, vida y muerte de un devenir que subyace en versos reveladores
murmurados como una suerte de epitafio: “Cuando esté dentro de mi tumba /
me lavaré el alma con las palabras / serán ellas mis plegarias”.
Mario
Meléndez
Questa piccola scelta poetica dell’opera di Cinzia Marulli, magistralmente
tradotta in spagnolo da Emilio Coco, propone una serie di elementi meritevoli
di essere presi in considerazione. Prima di tutto, la bravura dell’autrice nel
momento di affrontare il processo creativo, i ricorsi e gli elementi in gioco,
gli spostamenti per diversi temi e sottotemi, la sua visione del mondo, come
quando parla della morte con una familiarità che commuove; c’è un grado di empatia
che la rende visibile a partire dalla quotidianeità, un’appartenenza vitale che
impressiona per la sua sincerità e la sua rilevanza. L’infanzia è ugualmente
presente, il recupero attraverso la memoria di quel paradiso perduto che ci
insegue e ci riconosce, come una ferita che non si cicatrizza mai. La sintesi e
il rigore sono altri due elementi di forza: dire tanto con così poco, una lezione
ben appresa, derivante, forse, dalle sue instancabili letture della poesía
orientale, di quegli autori la cui cosmovisione era nascosta in un granello di
sabbia o in un chicco di grano, il paesaggio e la sua impronta, quel “respirare
in pace perché gli altri respirino”, come diceva l’indimenticabile Jorge
Teillier, e quella capacità di stupire che ci porta per mano attraverso regioni
remote e inattese, in una traversata che non ha età né volto, che è yin e yang
per uno stesso destino, sogno e realtà, vita e morte di un divenire che
soggiace in versi rivelatori, mormorati come una sorta di epitaffio: “Quando
sarò dentro alla mia tomba / mi laverò l’anima con le parole /saranno loro le
mie preghiere”.
Mario Meléndez
LAS MANTAS DE DIOS
(Le coperte di Dio)
I piedi
Ci
serve un po’ d’inchiostro
per
macchiare questo bianco
un
pennello di nero per coprire
l’apparenza,
potremmo usare
anche
il lucido da scarpe
che
si secca sempre perché nessuno lo usa mai.
Tanto
i piedi sono uguali alla testa
con
entrambi si possono fare molti viaggi
solo
che i piedi vanno piano, fanno passi lenti
la
testa, invece, corre veloce
lì,
dove nessuno può arrivare.
Los pies
Necesitamos
un poco de tinta
para
manchar este blanco
un
pincel de negro para cubrir
la
apariencia, podríamos usar
también
un betún para calzado
que
se seca siempre porque nadie lo usa.
Total
los pies son iguales a la cabeza
con
los dos se pueden hacer muchos viajes
sólo
que los pies andan despacio, hacen pasos lentos,
la
cabeza, en cambio, corre veloz
allí
donde nadie puede llegar.
*
La mia tomba
Quando
sarò dentro alla mia tomba
mi
metterò seduta a guardare il mare
e
aspetterò di diventare polvere
allora
potrò ascoltare i discorsi segreti
e
viaggiare nei luoghi dove non sono mai stata
potrò
parlare con il vento
e
camminare insieme alle nuvole
Andrò
a casa di tutti i poeti e
frugherò
nei loro cassetti
Quando
sarò dentro alla mia tomba
non
ci sarà più il freddo e potrò
passeggiare
senza paura di ammalarmi
mi
siederò su una panchina
e
leggerò tutti i libri che non ho ancora letto
Non
ci sarà più neanche il Tempo
ed
io resterò per sempre giovane
mi
metterò lo smalto alle unghie
e
legherò i capelli con i fili d’erba
Quando
sarò dentro alla mia tomba
mi
laverò l’anima con le parole
saranno
loro le mie preghiere.
Mi tumba
Cuando
esté dentro de mi tumba
me sentaré a mirar el mar
y
esperaré que me vuelva polvo
entonces
podré escuchar los discursos secretos
y
viajar a los lugares donde nunca estuve
podré
hablar con el viento
y
caminar junto con las nubes
Iré
a la casa de todos los poetas y
hurgaré
en sus cajones
Cuando
esté dentro de mi tumba
ya
no habrá frío y podré
pasear
sin miedo a enfermar
me
sentaré en un banco
y
leeré todos los libros que no he leído aún
No
existirá tampoco el Tiempo
y
yo me quedaré joven para siempre
me
daré laca a las uñas
y
me ataré el pelo con briznas de hierba
Cuando
esté dentro de mi tumba
me
lavaré el alma con las palabras
serán
ellas mis plegarias.
*
La bara di Cinzia
Quando sarò morta
e voi mi metterete dentro a una bara ancora aperta
io mi siederò lì con voi e guarderò il mio corpo
Forse vi vedrò piangere e non capirò il perché
voi tutti continuerete a guardare dentro alla mia bara
darete le ultime carezze a un corpo ormai vuoto
qualcuno perfino mi bacerà e chi mi ha trattato male
in vita forse ne proverà dispiacere e si pentirà
addirittura
tutti penserete che io sia dentro a quella scatola di
legno
e nessuno si accorgerà che invece
sto seduta
lì, insieme a voi.
El féretro
de Cinzia
Cuando me muera
y
ustedes me pongan en un féretro todavía abierto
y
yo me siente allí con ustedes y mire mi cuerpo
quizá
les vea llorar y no entienda el por qué
todos
ustedes seguirán mirando dentro de mi
féretro
darán
las últimas caricias a un cuerpo ya vacío
alguien
incluso me besará y quien se ha portado mal conmigo
en
mi vida tal vez sentirá pena por mí y
hasta se arrepentirá
todos
pensarán que yo estoy en esa caja de madera
y
nadie, sin embargo, se dará cuenta de que
estoy sentada allí, con ustedes.
*
Il vuoto
Forse
si avvicina al silenzio la parola
e
con un sussurro di vetro
vorrei
parlarvi del vuoto
dell’assenza
primordiale dell’anima
-
di quella sospensione concreta del cosmo
-
Quale
colore tinge l’assenza?
Il
vuoto è tanto assurdo quanto il tempo
è forse quella scatola dorata che contiene il
niente?
Il
vuoto lambisce il senso
irreale
del dolore.
El vacío
Tal
vez se acerca al silencio la palabra
y
con un susurro de vidrio
quisiera
hablarles del vacío
de
la ausencia primordial del alma
‒
de aquella suspensión concreta del cosmos
‒
¿Qué
color tiñe la ausencia?
El
vacío es tan absurdo como el tiempo
¿es
quizá esa caja dorada que contiene la nada?
El
vacío roza el sentido
irreal del
dolor.
*
Le coperte di Dio
Strappami
la pelle dall’anima
fosca
luce dell’immane morte
giaccio
con te
nel
tuo ultimo letto
rannicchiata
alle coperte di Dio
il
petto s’affanna di luce
debole
all’inganno perpetuo
nella
molecola del sogno
mi
rifugio
grondante
di linfa
e
aspetto, aspetto
la
tua cara
ultima
carezza.
Las mantas de Dios
Arráncame
la piel del alma
oscura
luz de la terrible muerte
yazgo
contigo
en
tu última cama
acurrucada
en las mantas de Dios
el
pecho se ahoga de luz
débil
al engaño perpetuo
en
la molécula del sueño
me
refugio
chorreando
savia
y
espero, espero
tu
querida
última
caricia.
*
Racconto
Sono
salita sulla montagna più alta
perché
volevo volare
il
vento era dolce e sotto di me le terre selvagge
mi
attendevano - verdi e gravide
mi
sono messa proprio sul bordo del precipizio
ad
aspettare che mi crescessero le ali
sono
stata lì
fino
a che i capelli sono divenuti bianchi
ma
le ali ancora non erano cresciute
poi
ho smesso di aspettare
e
mi sono gettata nel vuoto con le braccia aperte
e
gli occhi chiusi
in
quel momento tutti i miei sogni si sono scossi
allarmati
si sono dati un gran da fare
si
sono trasformati loro stessi in ali
e
mi hanno portata lontano fino a sfiorare i fili
delle
erbe
poi
se ne sono andati facendomi cadere
al
centro del grande lago
l’acqua
mi ha accolta trasparente e vergine
e in essa ho
lavato il mio dolore.
Relato
Subí
a la montaña más alta
porque
quería volar
el
viento estaba suave y debajo de mí las tierras salvajes
me
esperaban ‒ verdes y grávidas
me
puse al borde del precipicio
esperando
que me crecieran las alas
estuve
allí
hasta
que el pelo se me puso blanco
pero
las alas no habían crecido aún
luego
dejé de esperar
y
me lancé al vacío con los brazos abiertos
y
los ojos cerrados
en
ese momento todos mis sueños se estremecieron
alarmados se esforzaron mucho
se
transformaron ellos mismos en alas
y
me llevaron lejos hasta rozar las briznas
de
las hierbas
luego
se fueron haciéndome caer
al
centro del gran lago.
El
agua me acogió trasparente y virgen
y en ella lavé mi
dolor.
*
La casa delle fate
C’è
il camino acceso che illumina
l’inverno
nel
volto antico delle bambine.
Sono
tutte sedute – quasi in circolo –
sulle
rughe della loro vita.
Gli
occhi aperti che cercano
attenzioni
aspettano
i visitatori – i figli indaffarati
il
cuore grande dei nipoti
mangiano
i dolci
portati
per convenienza.
Vorrebbero
volare come ballerine
ma
hanno bisogno di siuto
anche
per bere un sorso d’acqua
ognuna
a raccontare la propria storia
e
a nascondere i dolori.
Sono
belle tutte insieme
sono
belle e tristi le bambine
e
la Signora Morte neanche si nasconde
mentre
le guarda
per
decidere chi portare via per prima.
La casa de las hadas
Está
el camino encendido que alumbra
el
invierno
en
el rostro antiguo de las niñas.
Están
todas sentadas ‒ casi en círculo ‒
en
las arrugas de su vida.
Los
ojos abiertos que buscan
atenciones
esperan
a los visitantes ‒ los hijos atareados
el
corazón grande de los nietos
comen
los pasteles
traídos
por conveniencia
Quisieran
volar como bailarinas
pero
necesitan ayuda
incluso
para beber un sorbo de agua
Cada
cual contando su historia
y
escondiendo los dolores.
Son
hermosas todas juntas
son
hermosas y tristes las niñas
y
la Señora Muerte ni siquiera se esconde
mientras
las mira
para
decidir a quién llevarse la primera.
*
Le bambole cieche
Eccole
le bambole
tutte
in fila sul letto
a
tutte quante la bambina cattiva
ha
tolto gli occhi
al
loro posto due fori neri
come
pozzi senza fondo
Le
bambole però sono contente
di
non poter più vedere
l’orco
cattivo che le spoglia nude
fino
alla pelle gelata di paura
Las muñecas ciegas
Helas
aquí las muñecas
todas
en fila sobre la cama
a
todas la niña mala
les
ha quitado los ojos
en
su lugar dos agujeros negros
como
pozos sin fondo
Pero
las muñecas están contentas
porque
ya no podrán ver
al
ogro malo que las desnuda
hasta
la piel helada de miedo.
*
Bambina
Vorrei
nascere fiore
colorato
come il desiderio
o
- rondine
per
inseguire la primavera
e
sentire di cosa è fatto
il
cielo
Vorrei
nascere nuvola
per
divenire acqua
e
dissolvermi nel vento
eterea
e impalpabile
come
i sogni
Se
proprio
sì,
se proprio devo
nascere
donna - allora
vorrei
avere sempre
gli
occhi di bambina
per
guardarmi intorno
con
stupore
-
per giocare la vita
col
sorriso innocente della verità
Niña
Quisiera
nacer flor
coloreada
como el deseo
o
‒ golondrina
para
perseguir a la primavera
y
sentir de qué está hecho
el
cielo
Quisiera
nacer nube
para
volverme agua
y
disolverme en el viento
etérea
e impalpable
como
los sueños
Si
realmente,
sí,
si realmente tengo
que
nacer mujer ‒ entonces
quisiera
tener siempre
los
ojos de niña
para
mirarme en torno
con
asombro
‒
para jugar la vida
con
la sonrisa inocente de la verdad.
*
I poeti sono brava gente
Non
abbiate paura, non c’è pericolo
i
poeti sono brava gente:
non
se ne vanno nudi per la strada
non
hanno volti emaciati
non
camminano scalzi sui carboni
ardenti
Hanno
fame i poeti - come voi –
attraversano
il buio con la paura
sulla
pelle, tremano al freddo
e
mangiano tutti i giorni
–
o almeno vorrebbero farlo -
I
poeti si fanno la doccia, vanno al bagno
a
fare la spesa. Addirittura si sposano
e
hanno figli.
Talora,
ma non lo dite ad alcuno
-
hanno pure l’amante –
Vi
assicuro - i poeti sono brava gente
anche
se a volte sono indisponenti
si
appropriano
dei
sentimenti che vagano nell’aria
li
bevono e se ne ubriacano
e
poi scagliano parole - le incidono sulla carta -
tagliano
ferocemente la luce fredda
del
vuoto.
Piangono
i poeti - piangono il sangue del mondo -
scavano
nelle miniere più profonde
le
scoperchiano per inondarle di luce.
E
se tutti voi non avrete paura di loro
vi
assicuro
i
poeti diventeranno veramente brava gente.
Los poetas son buena gente
No
tengan miedo, descuiden,
los
poetas son buena gente:
no
se van desnudos por la calle,
no
tienen rostros demacrados,
no
caminan descalzos
sobre
ascuas.
Tienen
hambre los poetas ‒como ustedes ‒
atraviesan
la oscuridad con el miedo
en
la piel, tiemblan con el frío
y
comen todos los días
‒
o por lo menos quisieran hacerlo ‒
Los
poetas se duchan, van al baño,
van
de compras. Se casan incluso
y
tienen hijos.
A
veces, pero no lo digan a nadie
‒
tienen también la amante ‒
Les
aseguro ‒ los poetas son buena gente
incluso
si a veces son irritantes
se
apropian
de
los sentimientos que vagan por el aire
los
beben y se emborrachan
y
luego arrojan palabras ‒ las graban en el papel ‒
cortan
ferozmente la luz fría
del
vacío.
Lloran
los poetas ‒ lloran la sangre del mundo ‒
excavan
en las minas más profundas
las
destapan para inundarlas de luz.
Y
si todos ustedes no les tienen miedo
les
aseguro
los
poetas se volverán realmente buena gente.
Cinzia Marulli |
Cinzia Marulli nació en Roma el 6 de marzo de
1965, donde todavía reside. Siempre ha cultivado su pasión por la poesía y la
literatura, extendiendo su búsqueda también a formas de experimentalismo que
han llevado a la creación de una fusión entre diversas formas artísticas, como
música, pintura, video-arte. Organiza y coordina eventos y encuentros
culturales con la finalidad de difundir la poesía. Para la editorial Progetto
Cultura cuida la colección de cuadernos de poesía Le Gemme. Ha publicado en 2011 su libro de poesías Agave (LietoColle), con la introducción
de Maria Grazia Calandrone y nota crítica de Plinio Perilli. Próximamente va a publicar sus
nuevos libros de poesía, Autobiografía
del silencio y Percorsi. En la
actualidad está traduciendo al italiano algunos de los más representativos
poetas chinos contemporáneos. En el 2013 aparece su último libro Las mantas de Dios traducido al español
por Emilio Coco.
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